Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia
Ottica applicata alla fotografia.
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2° Il raggio incidente ed il raggio riflesso sono sopra uno stesso piano perpendicolare alla superficie riflettente.
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Misura della rifrazione della luce. La quantità della rifrazione in uno stesso mezzo è relativa all’obliquità, con coi i raggi arrivano alla
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angolo di 90 gradi colla normale alla superficie, questo raggio di luce esce parallelo alla superficie stessa, e questo angolo retto, che esso forma
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Cosi, se si espone davanti alla lente la testa di una persona, il naso e le altre parti sporgenti della faccia saranno più vicine alla lente, e sarà
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Ore gli oggetti esposti davanti alla lente siano ad una distanza poco considerevole, rispetto alla distanza focale principale della lente, si faranno
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Sia la retta AB, avanti cui si pone la lente mn col diaframma SS, i raggi che partono dalla retta non possono tutti arrivare alla lente, ma solamente
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Alla seconda superficie
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Alla quarta superficie
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Alla terza superficie
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Alla prima superficie avremo
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Calcoliamo prima F per un pennello centrale, axial, di luce omogenea, corrispondente alla linea x.
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Per far questo, siano v1, v2, v3 le lunghezze focali geometriche del pennello misurato dal centro della sfera dopo la rifrazione alla 1a, 2a, e 3a
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Procedendo nella stessa guisa col pennello centrale corrispondente alla linea y, noi avremo:
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. questa camera, come venne presentata alla Società fotografica di Parigi(a) dal signor Thompson.
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solo, e stando alla stessa distanza a cui il disegnatore supponeva l’occhio nel fare la prospettiva, od alla distanza della lunghezza focale dell
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CHIMICA APPLICATA ALLA FOTOGRAFIA.
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Questo dipende da ciò che l’affinità chimica è subordinata ad altre forze, come per es. alla forza di gravità, di coesione, alla luce, al magnetismo
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Esso ha il peso specifico = 2,00, bolle alla temp. di +30° e produce all’aria abbondanti vapori volatilizzandosi e combinandosi coll’umidità di
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si può acido solforico bi-idratato. Quest’ultimo si distingue nel suo modo di essere da ciò che cristallizza alla temperatura di +4°, mentre l’acido
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La tavola seguente indica le densità dell’alcool diversamente concentrato, alla temperatura di +45°. L’autore di essa è il celebre Gay-Lussac.
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La sua composizione conduce alla formola C12H10O10, ed il suo equivalente è 162. È insolubile nell’acqua fredda, nell’alcool e nell’etere. Nell’acqua
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L’acqua alla temperatura ordinaria scioglie 1/100 del suo peso di acido gallico.
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e facendo seccare alla luce, si ottiene una scrittura con caratteri neri solidi.
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acquose. Alla temperatura ordinaria l’acqua scioglie il quarto, ed alla temperatura dell’ebollizione scioglie la metà del suo peso di questo sale.
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La solubilità del solfato di ferro è diversa a temperature diverse. Cosi, secondo Brandes e Firnhaber, 1 parte di solfato di ferro alla temperatura
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Questa esattezza rapportata alla quantità di acqua, in cui così poco acido si trova disseminato, mi pare riguardevolissima, per non dire impossibile
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Tre sono le parti che avremo a sviluppare nell’esporre i vari procedimenti che conducono alla produzione d’immagini fotografiche.
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I caratteri fisici ora enumerati il collodio li deve alla qualità della pirossilina impiegata, alla proporzione piuttosto grande di etere, ed alla
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Alcuni sono di parere che un collodio in cui abbonda la pirossilina e scarseggia il ioduro sensibilizzatore sia più sensibile alla luce debole. Noi
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Noi non crediamo vi sia alcun reale vantaggio in questi empirici miscugli nè per riguardo alla sensibilità, nè per riguardo alla purezza ed alla
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La correzione per una data distanza si può ottenere in varie maniere, ma tutte analoghe alla seguente.
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Se noi supponiamo ora che la lastra di vetro smerigliato sia parallela alla retta AB, la retta Oo che è parallela ad AB sarà anche parallela alla
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superficie sull’immagine, apporta necessariamente un bagliore sopra tutta la superficie, il qual bagliore sarà proporzionato alla quantità di cielo che si
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attenzione che non penetri nella camera oscura della luce estranea alla formazione dell’immagine, o della luce troppo forte, abbagliante, che sia
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Questa polvere si deve accendere sotto di un camino, affinchè il fumo arsenioso che si produce non riesca nocivo alla salute.
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Tra gli altri procedimenti proposti potrei ancora citare quello alla glicerina, ma questo è nocivo alla conservazione del nitrato d’argento, come fa
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Alla soluzione preparata di fresco è bene aggiungere da 20 a 25 centigrammi di iodio, onde ottenere con maggior sicurezza il coloramento della carta.
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Seccando, la carta acquista una debole tinta violacea utile per giudicare in seguito del tempo necessario alla perfetta sensibilizzazione della carta
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applicabile anche alla carta.
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Ma fa ben attenzione che tra la carta ed il liquido non rimangano delle bolle d'aria, le quali impediscono alla carta di assorbire uniformemente il
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esposizione alla luce, e ciò tu otterrai facilmente
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riparato dalla luce, si imbrunisce in poco tempo e comunica una tinta sporca alla carta, per cui i bianchi del disegno non possono ottenersi con tutta la
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Operando nel modo che diciamo, la carta non rimane abbastanza aderente alla negativa, condizione impreteribile per ottenere un'immagine nitida e
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Oltre all'albumina, alla colla di pesce ed alla gomma si potrebbe far uso di altre sostanze nell'inverniciare le prove, per esempio di sostanze
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In questa maniera le ultime righe che tuttavia lasciano i brunitoi sono tenuissime, e sono molto meno sensibili alla vista di quello che sarebbero
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Nel libro primo, in cui abbiamo, trattato dell’ottica applicata alla fotografia, abbiamo descritto le proprietà delle lenti che servono a produrre l
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. Col mezzo di una lampada ad alcool si riscalda il fondo della cassetta ove sta il mercurio, fino a che questo sia arrivato alla temperatura di circa
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Per preparare una carta sensibile alla luce con questo procedimento, si incomincia per preparare tre soluzioni differenti:
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La carta così preparata è sensibile alla luce. Essa è atta a servire nella produzione delle prove positive col mezzo della macchina a copiare, ma
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